Finalmente posso scrivere l’articolo che “aspettavo” da quasi 1 anno, da quando cioè decisi di cambiare moto, per poter fare una comparativa personale su “concetti” già sentiti da altre persone.

Parto subito dalla mia precendente situazione:

Honda CBR 600 RR, presa a fine del 2010, ben 6 stagioni di pista insieme.

La scelta

Avevo pochissima esperienza di pista, era da 2 anni che giracchiavo con la mia vecchia 636 del 2003 in piste poco più grandi di kartodromi, giusto per macinare km tra i cordoli spendendo il meno possibile. Volevo qualcosa di più fresco e facile, soprattutto perché avevo intenzione di partecipare al Trofeo Femminile del 2011. Ammetto che io ero perdutamente innamorata della R6. Esteticamente il miglior 600 giapponese, linee aggressive, taglienti, la si guarda e si respira il “racing”. Ma ahimè il mio “sogno in blu” si infranse quando il mio compagno disse: “se prendi l’R6, sappi che io non ti seguo”

Il mio budget era comunque limitato, quindi avrei dovuto prendere una moto del 2006-2007, e complice anche la nomea di moto poco affidabile (di quelle annate), l’R6 mi era stata praticamente “vietata”.

Allora la scelta ricadde sulla moto più affidabile, facile, simpatica, e forse esteticamente più brutta tra le 600: la Ciribiricoccola come da me soprannominata.

Parliamoci chiaro…la guardi e non è che ti si sfarfalla lo stomaco! Quindi feci una scelta più di testa che di cuore, e col senno di poi mai scelta fu migliore!

Giusto per farvi capire il mio livello: l’unica volta che girai a Misano con il 636, il mio crono di fermò sul 2.05.

Ero una “amatrice” che voleva giocare a fare la “pilota”, iscrivendomi al Trofeo Femminile volevo semplicemente fare questa esperienza, era il mio sogno, di certo non avevo chissà che ambizioni, se non quella di migliorarmi. Ed ero certa di poterlo fare con una moto più recente, moderna, che mi permettesse di crescere e acquisire esperienza.

La piccola Honda si rivelò assolutamente PERFETTA per lo scopo!

Leggera, maneggevole, “morbida”, leale, un impostazione Racing ma che fa l’occhiolino al Touring, assieme ad un affidabilità dal punto di vista meccanico (Honda è famosa per questo, ma veramente le basta una manutenzione ordinaria semplice per essere “eterna”!), è la moto IDEALE per chi vuole imparare a guidare in pista, e di conseguenza migliorare velocemente!

Giusto per farvi capire, la prima volta a Misano con l’Honda girai in 1.57, la volta successiva (alla gara del femminile 😛 ) sono arrivata ad 1.54.

La fiducia che mi trasmise questa moto, valutando il mio livello, mi ha permesso di provarci serenamente, senza “stress”, capendola e conoscendola in maniera “limpida”.

Dico sempre che “se hai un giorno NO, col CBR comunque andrà bene” (cosa che con l’R6 scoprii in seguito non essere affatto così, anzi!)

In questi anni il cbr mi ha permesso di evolvermi, di migliorarmi, di capire come si guida una moto in pista, in maniera graduale ma costante.

Alla fine dopo 22.000 km di pista era ancora un gioiellino, senza nessun problema, mai uno “scherzetto” meccanico che magari ti fa perdere le giornate, uno spettacolo!

E qui però arriva il “però”.

Una volta “fatta mia”, nel momento in cui conoscevo più lei di qualsiasi altro mezzo a due ruote posseduto, e una volta arrivata a girare in 1.49 (sempre a Misano), ho sentito la necessità di quel “qualcosa in più”.

Più tecnico…più racing…più performante…un “più”.

Ma soprattutto un “più” che compatibilmente con i miei limiti, mi permettesse comunque sempre di migliorarmi costantemente.

Anche perché, diciamola tutta, una volta arrivati a fare buoni tempi col cbr, la sua “natura” si stravolge, non è più quella moto semplice che ti permette di migliorare, ma diventa veramente difficile farla andare forte, ce ne sono pochi che riescono a farlo, dei veri “manici” che io sinceramente non mi sento di essere.

Con il mio bagaglio di esperienza, ero finalmente pronta per affrontare il PIU’: la tanto sognata R6!

Avevo un misto di entusiasmo e paura di cambiare, lasciare la strada vecchia, ormai conosciuta e abituale, per “ripartire da zero” a conoscere un altro mezzo. Ma era il momento giusto!

La scelta

Con tutta sincerità? Ho preso l’R6 perché quando la vedo mi “fa sangue”!

Ovviamente è un 600 che è punto di riferimento della categoria, va forte, è tecnico, ma altre 600 non sono da meno…ma come mi fa brillare gli occhi lei!

Come è stato il passaggio? TRAGICO!

A parte il fatto che la primissima volta che dovevo girare con lei non ne ha voluto sapere di accendersi, problema dovuto alla fine per una cavolata (ma per la legge di Murphy una cavolata che per capirla ci sono voluti giorni!), quando finalmente la provai mi ritrovai su un mondo completamente diverso da quello al quale ero abituata:

Posizione in sella

Ci è voluto un po’ di tempo per trovare una geometria pedane/manubri/sella che mi permettesse di guidare “comoda”  senza avere problemi muscolari (finchè non riuscimmo a trovarla, non vi dico il dolore a schiena, gambe ecc… dovuto proprio ad una posizione scorretta). Posizione completamente diversa rispetto a quella a cui ero abituata, il fatto che sia molto puntata sull’anteriore ti porta ad affaticarti di più.

Erogazione del motore

I giri motore? “Devi farla gridare sta moto!” Era la frase che all’inizio sentivo ripetere da tutti. Il cbr arrivava al limitatore a 13.000 giri (volutamente impostati), l’R6 ai quei giri ci sta quasi mediamente sempre!

Non nego che all’inizio non riuscivo proprio a mantenerla in un range così “estremo” (per le mie orecchie) ogni volta che andava su mi aspettavo che esplodesse, ma ben presto capii che uscire dalle curve a 8-9.000 giri aveva come risultato una moto “morta”, fiacca e che ovviamente non poteva esprimere il suo vero potenziale. Anche qui ci volle un pochino di tempo, ma grazie alla mia esperienza fortunatamente ben presto cambiai il modo di guidare per adattarmi a lei. Cosa che forse non avrei fatto così velocemente se alle prime armi.

Tipologia di guida

Infine lo stile di guida è completamente diverso. La Yamaha richiede una guida più “fisica” e “tecnica”, per le sue caratteristiche non ti da molto margine di errore rispetto al cbr, esempio lampante è affrontare una curva con la marcia sbagliata, volendo regimi molto alti, …

Ma tiriamo le somme…

In una stagione con la nuova moto, ho fatto una decina di uscite, migliorando il mio best lap in tutte, permettendomi di adattarmi alla nuova moto e andare meglio di quanto non facevo con la vecchia, lavorando su di essa e cercando di capire al meglio come guidarla efficacemente, costruendomi le basi per la prossima stagione che spero possa essere ancora più proficua!

 

Conclusioni

A tutte le persone che cercano un 600 per iniziare a fare esperienza in pista, consiglio vivamente il CBR

  • Facilità di guida
  • Velocità di apprendimento
  • Affidabilità meccanica
  • Molto diffusa, con tantissimo mercato su ricambi e pezzi

Per poi fare lo step successivo dell’R6

  • Animo racing al 100%
  • Tecnica, efficace, performante
  • Deve essere “coccolata” di più dal punto di vista manutenzione

Leave a Reply

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *