Vi è mai successo di pensare che la vostra storia, il vostro vissuto, e quindi la vostra esperienza e le vostre conoscenze, possano essere di aiuto a qualcuno?

Un aiuto per far evitare “errori” che magari avete fatto anche voi, errori che in quel momento avete affrontati da soli, perché non c’era nessuno che, magari con una semplice frase o consiglio, avrebbe potuto aiutarvi ad affrontarli meglio o addirittura evitarli. :oops:

Ok…forse è un discorso un po’ troppo “filosofico” per aprire questo mio articolo, ma è realmente quello che mi ha spinto in passato (e mi sta spingendo a fare nel mio prossimo futuro) ad intraprendere la figura dell’istruttrice. :o 

Ci vuole tanta passione, tanta pazienza, tante motivazioni (perché credetemi, non è per il compenso che si affrontano calde giornate sotto il sole a cercare di far migliorare i propri allievi) per trasmettere al prossimo esperienze, conoscenze, nozioni, capacità.

 

E la base di tutto ciò è la consapevolezza.

Perché, come vi ho già raccontato, le emozioni, le sensazioni, le paure che tante persone al loro primo approccio alla pista affrontano, sono esattamente le stesse che ho provato io prima di loro.

Non sono “nata imparata”.

Non sono un talento.

Tutto quello che so, tutto quello che riesco a fare oggi, è frutto di tantissimo sudore, di tantissime paure che ho dovuto affrontare, di tantissimi dubbi sul “Ma ce la potrò mai fare io?:nooo:

Credetemi quando vi dico che alle mie prime volte in pista, mai e poi mai avrei creduto di riuscire a fare quello che dopo tanta caparbietà oggi riesco a fare.

Toccare il ginocchio? Mai avrei pensato di riuscire a farlo.

Saper guidare una moto da pista? E quando mai, al massimo mi faccio i miei giretti domenicali con la naked.

Girare su piste da mondiale? Macchè, i kartodromi sono anche fin troppo per me!

Arrivare a dei tempi su giro soddisfacenti? Io il cronometro? Ma a che mi serve!!

Sono tutte frasi che mi ripetevo, che forse anche un po’ mi limitavano, ma che immancabilmente ho scoperto che anche altre persone si dicono, forse perché in fondo non credono in sé stesse. Quando in realtà è la prima cosa da fare! :ok:

Quando iniziai ad essere un po’ più consapevole di me stessa e di quello che riuscivo a fare, mi faceva piacere trasmettere queste cose anche ad altri ragazzi ed altre ragazze, con lo scopo di “sbloccare” alcuni meccanismi per permettergli di iniziare a crederci veramente e migliorarsi.

La primissima volta fu il 2009, quando semplicemente accompagnai un’amica a Chigolo Pò, un kartodromo in realtà perfetto per imparare, perché non si sentiva molto a suo agio con il compagno che aveva poca pazienza e credo poca consapevolezza delle reali necessità di una ragazza alle primissime armi sia con le due ruote che con la pista. Mi ricordo che le promisi che quel giorno avrebbe toccato il ginocchio, lei strabuzzò gli occhi ed esplose in una grossa risata, quasi per prendermi in giro, convinta che fosse una cosa impossibile.

Bhe, a fine giornata quella mia frase si avverò, e come dissi a lei, il merito era solo suo, io avevo solo un po’ “sciolto” alcuni nodi che la legavano e non le permettevano di lasciarsi andare ma soprattutto di crederci. :D

Poi nel 2011, quasi per gioco, è successo di accompagnare gli iscritti al serale neofiti che facevano a Franciacorta, una ragazza in particolare fu entusiasta dell’esperienza.

Nel 2013 e nel 2014 feci parte di una scuola di guida in pista, TWC Two Wheels Camp, furono appuntamenti veramente entusiasmanti.

In seguito accompagnai tanti neofiti nei turni organizzati negli eventi Rehm Race Days, e la cosa che mi ricordo con più simpatia erano le reazioni.

Quando mi presentavo prima del turno come loro istruttrice, nel volto dei ragazzi si creava una sorta di espressione interrogativa: “LEI, una donna???”

Nelle ragazze invece scorgevo un luccichio negli occhi, un misto tra ammirazione e motivazione: “LEI? Allora ce la posso fare anche io!” :rossore:

In realtà alla fine delle sessioni tutti indistintamente eguagliavano le proprio emozioni, tra appagamento, euforia, esaltazione! :)

Ecco, la soddisfazione più grande per me è stata vedere gli sguardi e i sorrisi alla fine di ogni sessione o di ogni giornata, ricevere complimenti per il modo con cui ho accompagnato “fianco a fianco” i miei allievi verso il LORO miglioramento, verso la spinta emotiva che permetteva poi di guidare con più consapevolezza, tecnica, concentrazione e quindi efficacia.

Ora potrò affrontare di nuovo queste splendide esperienze, perché farò parte dello staff di Guidainpista – 76 Racing Team , la stessa scuola a cui mi rivolsi 10 anni fa come allieva!

Sono carica e impaziente ad affrontare questa stagione, che sicuramente porterà tantissime soddisfazioni! :fico:

 

PS: Se pensate che la bravura di un istruttore sia direttamente proporzionale al suo “best lap”…bhe, allora non avete capito proprio nulla, rileggete con attenzione questo articolo e rifletteteci sopra. :ciclope:

 

 

 

 

 

 

 

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